-Mi chiedete, fratello, se ho amato: sì. E' una storia singolare e terribile, e, pur avendo sessantasei anni, oso a malapena smuovere le ceneri del ricordo. Il suo viso era asciugato dagli anni e segnato dal sole, lo sguardo lontano; versai altro tè per non distoglierlo dai suoi pensieri.
Il sogno ritornò, poco prima che piovesse. L’uomo non sentì il rumore della pioggia. Il sogno lo dominava: Carmelo fantasticava di agitarsi alla John Travolta in una discoteca palermitana. Nella realtà due nonni gli stavano scrollando la branda di brutto e si svegliò di soprassalto a Torino.
Cosa mi dirà? Come mi parlerà? Sono queste le domande che non riescono a svestirmi di quest'insolita ansia che mi prende oggi. Piove. Pioveva anche quel giorno. Una pioggia sottile come aghi di pino che cadeva leggera e pungente a pizzicarle il volto.
Mio padre è morto un anno fa. Io non credo alla teoria secondo cui si diventa veramente adulti solo alla morte dei genitori; veramente adulti non lo si diventa mai. Io conosco le regole del Fight Club.
I cambiamenti di scena dei miei primi anni li accettai senza opporre resistenza. Ero, eravamo entrambi, molto disponibili ed accomodanti e non sapevamo quali palcoscenici avremmo avuto in sorte: se un bel proscenio di lucido parquet o il pavé nella piazza di paese.