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 XIV - BRODINO DI LUCE

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MessaggioTitolo: XIV - BRODINO DI LUCE   XIV - BRODINO DI LUCE Icon_minitimeDom Set 28, 2008 3:50 pm

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XIV - BRODINO DI LUCE Miaghi10

OTTAVO ROUND - XIV RACCONTO

BRODINO DI LUCE


”Come stai amica lucciola? Vengo a portarti un brodino di luce e sperare che con il mio affetto possa caricare di calore la tua stufetta. Abbiamo bisogno del tuo sorriso, i nostri sono sfiduciati, come fragili lampadine e, visto come vanno le cose, avremo bisogno di osare perché la strada si sta preparando buia, anche di giorno.”
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Ultima modifica di Admin il Dom Ott 05, 2008 5:53 pm - modificato 3 volte.
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MessaggioTitolo: Re: XIV - BRODINO DI LUCE   XIV - BRODINO DI LUCE Icon_minitimeDom Set 28, 2008 3:51 pm


”Come stai amica lucciola? Vengo a portarti un brodino di luce e sperare che con il mio affetto possa caricare di calore la tua stufetta. Abbiamo bisogno del tuo sorriso, i nostri sono sfiduciati, come fragili lampadine e, visto come vanno le cose, avremo bisogno di osare perché la strada si sta preparando buia, anche di giorno.”

Fece una pausa velando di tristezza i suoi occhi e aggiunse

“La vita è fatta di vicende, noi possiamo osservarle e decidere se farci strusciare malamente, oppure provare a migliorarle in qualche modo, con la nostra arte. Ogni nostro gesto è metodo relativo. Ognuno ha il suo, ogni contributo in tal senso è rispettabile, ogni volta è il più giusto per l’attimo che sta interpretando”.

La piccola lucciola aveva gli occhi lucidi e una malattia difficile da curare, aveva perso il sorriso, aveva smarrito i suoi pensieri di luce. Quando e se volava non riusciva più ad accendere il suo addome, passava inosservata, tracciando il buio di nulla. Nessun pensiero felice, né per sé, né per chi la volesse seguire con il naso, gli occhi e poi con passi di fiducia.
Aveva smesso di credere alle cose, o meglio aveva smesso di credere alle creature, di conseguenza aveva smesso anche di vivere. Se ne stava tutto il giorno e la notte sdraiata nel suo mezzo guscio di pistacchio, al buio, a pensare. Intrecciava dubbi e ragionamenti ricavandone fazzoletti di tristezza con cui di tanto in tanto asciugava le sue lacrime di rugiada. Se fosse stata umanoide un cerusico l’avrebbe visitata e le avrebbe diagnosticato una sottile forma di depressione. Ma non esistono salassi per la depressione. Nessun parassita è così stupido da nutrirsi di depressione.

“Sai una cosa...” disse RagnOtto, rompendo silenzio e indugi “... sono convinto che un animale tanto stupido e ingordo da nutrirsi anche di depressione, così come le sanguisughe si nutrono di sangue, beh esista. L’uomo è quell’animale!”

Sofio, piegò la testa verso di lui, e sorrise, illuminandosi impercettibilmente. Otto sorrise pagando pegno alla sua istintiva gioia, poi si alzò, tagliò a metà un nocciolo di cachi, scelse il semino a forma di cucchiaio, prese il brodino di luce e con gesto affettuoso tentò di imboccare Sofio.

“Su, devi mangiare, non puoi lasciare al buio il tuo pancino, noi possiamo ancora aspettare i tuoi pensieri di luce, ma tu no, devi riaccendere la tua meraviglia, sei debole, il buio sta atrofizzando i tuoi pensieri e la tua pancia non borbotta più. Poco fa ti sei accesa per un attimodesto, l’ho visto, sai!? E questo significa che in fondo, dentro di te, sei ancora in grado di gioire. Prendi un cucchiaio, questo brodino te lo ha preparato la piccola ParParaCool., dentro c’è acqua di ruscello, l’abbiamo scaldata con il calore dei nostri racconti, hanno partecipato tutti, vedessi che cerchio, non posso fare i nomi, le regole dei misteri del bosco non permettono di vantarsi di nulla, elogiare un sogno significa metterlo in imbarazzo. La piccola Driade ha portato l’erba magica del paese dei bimbi. Hai presente quelli che vivono una lunghissima vita di innocenza e che dopo tre anni decidono di rinascere. Il PrinciPelide ci ha donato saggezza da mescolare assieme all’olio di ogiva. Io l’ho assaggiata questa minestra, un cucchiaino di cachi mi è bastato per trovare la luce nei miei pensieri e giungere nel buio delle cose tutte fin qui da te. Ti prego.
Un solo cucchiaio, come dice la piccola Mielina e vedrai l’ape Tito vien mangiando.

Otto aveva in una mano il brodino, nell’altra il cucchiaio, due mani le teneva a pregare il saggio Quercione della vita forestesa, mentre con le altre quattro stava lavorando in gran segreto tessendo una trama sottile e argentata.

“Ok, dammi un cucchiaio del tuo brodino, fammi uscire da questa nonoscientia umorale. Ma imboccami tu che voglio iniziare ad accendermi godendomi l’insolita tua veste di ragnetto premuroso. Non so cosa stai tramando, amico mio, ma grazie...”

Otto allargò gli occhi, riempiendo il suo animo di speranza, il cucchiaio pescò nella minestrina, e si diresse verso le labbra di Sofio.
Erano chiuse.

“Apri piccola, non fare la scontrosa o ti sculaccio con sequenze da otto fino a che il tuo sederino non si accende di un bel color rosso applauso”.

Sofio, tenne i denti stretti, mimando voglia di giocare, ma poi non resistette, iniziò a sorridere, e allargò la bocca. La risata fu tale che il primo boccone lo risputò in faccia ad Otto che iniziò a sorridere anche lui. Un secondo cucchiaio ebbe sorte migliore.
L’ape Tito si affacciò all’uscio e sincerò i nostri della sua venuta.
Otto fece un cenno di approvazione. Sofio mandò giù ad occhi chiusi assaporando il tepore e l’affetto degli amici.
RagnOtto vide l’addome di Sofio accendersi di luce, tanto che ad ogni cucchiaio la stanzetta di mela cava si illuminava sempre di più. Al settimo boccone, Otto mise gli occhiali da sole, Sofio sorrideva e sulle pareti della mela, ombre cinesi raccontavano magie semplici ed incredibili. Sofio si alzò in piedi e diede un bacio in fronte al suo tre/amante amico. Questi le tenne le mani con due delle sue mani, con una le pulì la bocca, con l’altra posò la minestra ed infine utilizzò le altre quattro per mostrarle il regalo che aveva appena finito di confezionare.

“Ecco, per te!”

Disse con artigiano orgoglio
Sofio si accese di un luce blu elettrica, le succedeva ogni volta che provava meraviglia. Erano fili di ragnatela accordati su un mezzo seme cavo di limone. Una specie di arpa, tesa sul lato aperto del guscio armonico.
Sofio era sorpresa

“Cos’è? E’ per me?”

Otto si fregò tutte le otto sue mani in sequenza progressiva emettendo un suono inequivocabile di soddisfazione.

“Non è per, è tua. Credo che sia, ma non ne sono certo perché l’ho appena inventata, una ragnarpatela, ché so che ti piace la musica e...”

Sofio cambiò luce, divenne rossa, diede un baciOtto sulla fronte all’amico che involontariamente coordinò cromaticamente il suo pudore con la luce dell'amica.
La piccola lucciola iniziò a suonare.
Otto si fermò ad ascoltarla per un po’, ne approfittò per accordare qualche filo della ragnarpatela, poi la lasciò sola con la sua musica.
Fuori dalla mela, la musica si sentiva nitida, e anche più godibile perché accompagnata da un set di colori che la piccola Sofio interpretava con la sua anima dioramandoli fuori in un connubio magico di luci e suoni.

Il piccolo Freddie, una larvafalla, che passava appena fuori dalla mela si fermò incantato ad ascoltare. Corse dai suoi amici con i quali suonava in uno scatola di fiammiferi, la “cantina qualunque” da cui il nome del gruppo, ribattezzato in inglese “Q-Inn”, e propose loro una canzone, aggiungendo che era stato ispirato semplicemente da un pensiero di luce.
Iniziarono a suonare.

Sotto l’erba oltre la luce l’armonia aveva trovato nuovi varchi.
Dalla scatola dei Q-Inn una farfalla si librò in volo per cantare al mondo, con ali nuove, che la vita è breve ma anche molto bella, incastonata in certi attimi che quando arrivano bisogna saperli servire di musica e luce.

There’s no time for us
There’s no place for us
Who wants to live forever
Who wants to live forever....?
Forever is our today
Who waits forever anyway? *

(la musica ispirata dal pensiero di luce fu forse opera di Freddie, ma il testo, per onor del vero fu scritto da Brian "maggio-lino" May...)


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